Perché su @cosebrutteimpaginate belle si “odiano” i delfini?
Beh, intanto dobbiamo premettere che si tratta di ironia, ma un fondo di verità c’è (ma tanto tanto in fondo), e qui scopriremo quale.
Questo strano fastidio, rivolto a uno degli animali più amati dai bambini (e non solo), risale ai tempi del lockdown causato dal COVID-19.
Facciamo un back-in-the-days, dal dove questo filone assurdo iniziò, e andiamo a sbirciare cosa scrissi “sul mio Facebook” il 14 aprile 2020.
La natura si riprende i suoi spazi
ma appena ci libereranno ci riprenderemo tutto,
ah, si che lo faremo
asfalteremo anche i delfini del cazzo.
#marenostrum
I delfini sono stati presi a simbolo del disagio, perché durante il lockdown assistemmo (e ne fummo succubi) a questa incredibile opera di storytelling, secondo la quale ne saremmo usciti migliori. E in questa grande narrazione dell’#andratuttobene si parlava anche del come stesse diminuendo l’inquinamento grazie alla contrazione delle attività umane, che il pianeta stava avendo finalmente un attimo di respiro, che le acque stessero iniziando a ripulirsi e le stesse acque dei canali di Venezia tornare ad essere trasparenti e popolate da animaletti. A implementare questo discorso, iniziarono a circolare in rete i video di molti delfini che – preso coraggio dall’assenza dell’uomo – iniziarono ad avvicinarsi ai porti e a palesarsi con i loro celebri salti fuori dal mare.
Tutto bellissimo, ma l’altra lettura del fatto quale era: che loro potevano farlo, noi noi. Io che sono amante del mare e dello stand up padre, mi trovavo di colpo chiuso in casa senza motivo, perché oggettivamente non c’era possibilità di contatto o di contagio da COVID-19 andando a pagaiare da solo in mezzo al mare, accettavo la regola ma presi (ironicamente) i delfini a simbolo della natura che sbeffeggiava l’uomo.
Allora mi misi a dire che “Sì, sì, certo: andrà tutto bene. Voglio vedere come andrà tutto bene: appena le persone avranno la possibilità di fare di nuovo quello che potevano fare prima di questo periodo, lo faranno nuovamente, e probabilmente anche peggio” (e infatti…).
I delfini quindi come metafora della ribellione: il vuoto non esiste, c’è sempre qualcuno che riempie uno spazio. E dove non arrivava più l’uomo distruttore, arrivava il delfino nuotatore.
Così, da quel giorno, nella community di CBIB si iniziò a odiare i delfini, simbolo di natura sbeffeggiante.