MUG MAI UNA GIOIA: LE TAZZE DI CBIB.      #FINALMENTE 

La Situa – introduzioNO

L’amico Ciccio Ratti ha scritto l’introduzione del mio libro
La Situa. Il disagio dell’Italia in lockdown, raccontato su Instagram“.

Nella vita ci vuole culo, inutile girarci attorno, e il giorno in cui Dio lo distribuiva al genere umano io evidentemente ero in libreria a cercare l’ultimo libro di Morgan Lywellyn (e invece ho trovato una roba scritta da Di Battista).

A proposito di libri, una volta ho letto che nella Norvegia dei tempi dei vichinghi la fortuna del singolo o del clan, detta hamingja, era impersonata da una gigantessa in armatura e a ognuno poteva capitare di scorgerla. Ecco, io la mia me l’immagino come un mix fra il clown del Mc Donald’s e il senatore Razzi, che mi guarda e mi dice rammaricata che vorrebbe aiutarmi ma purtroppo ha judo.

Non ci credete? Potrei raccontarvi del giorno in cui strinsi un accordo con un Comune per un lavoro da migliaia di euro e il giorno dopo i consiglieri andarono dal notaio e fecero cadere l’amministrazione. Prima, ovviamente, che il sindaco riuscisse a firmare il contratto. Oppure potrei narrarvi di quella volta che col gruppo eravamo stati ingaggiati per suonare a un evento e un paio di giorni prima sono riuscito a rompermi un dito in una maniera talmente rocambolesca che manco a Jackass riuscirebbero a pensare una cosa così. Quindi, ça va sans dire, questi mesi di lockdown mi hanno ovviamente scioccato ma, in termini di sfiga, neanche più di tanto. Vi dico solo del matrimonio che insieme alla mia compagna Elisabetta avevamo pianificato per il mese di luglio appena trascorso, e che abbiamo dovuto rimandare perché sennò saremmo stati io e lei e basta (manco il prete, che ha ‘na certa età e magari non si sarebbe presentato per paura).

Concludo, vostro onore, raccontandovi di come avessi trovato e fermato la casa dei sogni in pieno centro storico, chiavi in mano, tre giorni prima del lockdown. In quella casa ci siamo entrati a maggio.

Una volta però un colpo di culo l’ho avuto: ho conosciuto Andrea Antoni. Certo, è friulano, e per me che sono calabrese è un po’ come quelle tribù che si vedono nei documentari di Licia Colò il sabato pomeriggio. Ma uno che riesce a pianificare un libro da contenuti di Instagram è folle, lucido visionario, valore aggiunto in un mondo in cui chiunque si alza la mattina e si autoproclama social media manager perché riesce a ingarrare la password di Facebook al primo tentativo. Io Instagram lo uso poco, anche perché il giorno in cui decidessi di usarlo seriamente col culo che mi ritrovo diventerebbe a pagamento, o robe del genere. Ma seguo Andrea in tutto quello che fa, e devo dire che è veramente geniale. Capace. Appassionato. Merce rara in un mondo in cui quelli che si facevano le pippe su Zeitgeist sono finiti in Parlamento. Se riesco a fare il passaporto in tempo parto dalla Calabria e vado a Monfalcone a trovarlo, anche solo per il gusto di uno scatto da inserire su @cosebrutteimpaginatebelle.
Per adesso mi onoro di far parte di questo suo viaggio con queste righe. La Situa? Io speriamo che me la cavo.

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