Un libro che non doveva esserci.
Nel mio immaginario, La Situa 2 è un libro che non sarebbe mai dovuto esistere.
Dopo l’impensabile successo del primo libro, avevo ipotizzato di scriverne altri, seguendo il tema del disagio, of course, ma non credevo che ci sarebbe stato il seguito dell’epopea. Perché, di base, credevo che dopo l’estate ci sarebbero stati dei problemi dovuti a una nuova ondata, ma essendo ingnorante in materia, non credevo potesse avere una portata di questo tipo. E questa è una cosa che, in realtà, si evince in modo piuttosto generalizzato in tutto il precedente libro: eravamo tendenzialmente inconsapevoli.
“Tra 15 giorni quando finirà il lockdown”, “Tra venti giorni quando torneremo ad abbracciarci”, scrivevano i CosiBrutters nel 2020. Eravamo come dei bambini che affrontavano questo problema in modo veramente ignorante (dove ignorante non ha una connotazione negativa): adesso siamo molto più consapevoli del tutto e ci rendiamo conto che, per quanto la pandemia sembri più sotto controllo di prima, sarebbe alquanto fuori luogo cantare vittoria. Ci si abitua a tutto, anche al male.
Resta il fatto che non avevo pensato che avrei scritto il seguito di questa saga.
A dirla tutta pensavo addirittura di mettere la parola “fine” a La Situa, con la chiusura del lockdown. Come vi ho scritto sopra, dopo un’estate tendenzialmente tranquilla e l’incredibile successo della raccolta fondi per il libro, avevo pensato di scriverne un altro, che però trattasse il tema del disagio della scuola. Tra settembre e ottobre 2020, infatti, iniziarono a fioccare i resoconti allucinanti da parte di docenti, genitori e studenti, che si trovarono ad affrontare quarantene, tamponi, lezioni con finestre aperte, lezioni con parti di classi in presenza e parti in DAD,
entrate contigentate, banchi con le rotelle, entrate in differenti punti della struttura: è il delirio. Era materiale meraviglioso per un libro. Ma poi la meraviglia e le sane risate per quel disagio si trasformarono ben presto in lacrime amare: i contagi tornarono ad aumentare a dismisura e con loro le morti. Se nella prima ondata in molti avevamo avvertito solo lontanamente il pericolo del Covid, per sentito dire, o tramite i media, ora tutti iniziavamo ad avere parenti, amici, persone a noi vicine, contagiati, a volte scomparsi.
Era l’inizio dell’Italia sottoposta a nuove restrizioni, l’inizio di un nuovo lunghissimo lockdown, che non si chiama lockdown, l’inizio di un lungo inverno scandito da zone colorate.
Era il nuovo inizio de La Situa.
La Situa2.
E io, ancora una volta, rinchiuso nel mio ufficio verde, pedalando sulla mia spinbike, mi trovavo a chiedere alle persone come stessero. Da Monfalcone, nello sperduto Nord Est, un grafico un poco scemo si trova a ironizzare
sul disagio. È un ruolo difficile, questa volta mi seguono in tanti. Posso farlo? Credo di sì, posso essere la persona giusta.E comunque, non posso fare più niente un’altra volta, non si può di nuovo uscire, di conseguenza sono pronto.
Signore e signori, benvenuti ne La Situa2.